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la-speranzaL’Università di Pavia inaugura venerdì 10 febbraio il progetto “L’Arca delle Virtù:  da Agostino al XXI secolo”. Il tema dell’anno è la Speranza. La Fondazione Alma Mater Ticinensis è tra i sostenitori del progetto. In programma una conferenza internazionale, le public lectures di Philippe Daverio e Beppe Severgnini e un concerto.

L’iniziativa è stata progettata dal Rettore prof. Fabio Rugge, in sinergia con diverse realtà cittadine: la Scuola Universitaria Superiore IUSS, il Comune, la Fondazione Comunitaria Provincia di Pavia, la Fondazione Alma Mater Ticinensis e la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. A questi si aggiungono la partnership con la statunitense Villanova University della Pennsylvania e il sostegno del Banco BPM.

Il progetto, che vede la partecipazione di accademici internazionali, ha lo scopo di coniugare i valori culturali e civili, unendo Università e Città in un percorso che possa toccare gli ambiti più sensibili della contemporaneità, partendo da radici antiche del sapere, di cui Pavia è custode e testimone. Pavia, infatti, è la città di Agostino, del quale conserva i resti nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro, in un’urna collocata al di sotto di un’arca marmorea di straordinaria fattura artistica. Tra le 95 statue che adornano l’arca, un posto di rilievo spetta alle Virtù, cui questo progetto s’ispira.

Agostino, inoltre, è protettore dell’Università di Pavia, la quale dunque ha deciso di promuovere un progetto che studi come il tesoro morale rappresentato dal pensiero agostiniano sulle virtù possa fornire spunti per una riflessione sull’etica contemporanea. Un esempio virtuoso di come i saperi specialistici di ambito socio-umanistico, coltivati nelle aule universitarie, possano fornire risposte a problemi e domande dell’attualità.

«La speranza è la virtù di cui il XXI secolo ha forse più bisogno» – ha dichiarato il prof. Fabio Rugge, Rettore dell’Università di Pavia – «Non è un semplice sentimento. Come tutte le altre virtù va infatti coltivata. va protetta da tentazioni che si chiamano disincanto, rinuncia, pessimismo e cinismo. Nelle opere d’arte e nei luoghi di Pavia è presente un giacimento spirituale di cui abbiamo bisogno per la nostra quotidianità. L’arca di Agostino ne è uno splendido esempio. Così come è esemplare il concerto di istituzioni che concorrono a promuovere questa iniziativa».

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